NO.1 D6: smartwatch o smartphone? Analisi del mercato

NO.1 D6: smartwatch o smartphone? Analisi del mercato

Nel 2016 i gadgets tecnologici che stanno conoscendo probabilmente la maggiore espansione sono i cosiddetti smartwatch.

Ma cosa è, e a cosa serve uno smartwatch?

Si tratta di un oggetto che, alla lunga, vorrebbe sostituire il caro vecchio orologio ma che, a differenza di questo, offre una infinita serie di vantaggi ma anche, ahimè, altrettanti svantaggi.

Uno smartwach è un orologio che esteticamente cerca di far finta di essere solo quello, ma che al suo interno ha un cuore Android (o Apple) che gli consente di vivere in simbiosi col vostro telefono.

Display più o meno grandi (di forma circolare o rettangolare che sia) visualizzano informazioni del vostro smartphone come messaggi, email, sveglie, gestione chiamate, ecc… La grande utilità dello smartwatch è quella di poter usare il telefono, facendo tutto quello che fareste col vostro telefono, senza doverlo per forza tenere in mano: in ufficio, al ristorante, facendo sport, andando in bicicletta, in moto, in auto o semplicemente mentre portate le buste della spesa, non dover prendere il telefono ogni 2 secondi è una indubbia comodità.

La storia degli smartwatch è lunga e ricca di tentativi mal riusciti o comunque di scarso successo commerciale a causa del fatto che quando i grandi produttori di orologi hanno iniziato a pensare a telefoni “intelligenti” la tecnologia o non esisteva o era troppo cara. Tra i produttori storicamente più prolifici non si può non menzionare Seiko che, per fare un esempio, nel 1984 aveva messo in vendita il modello UC-2000 che – come da loro slogan (ancora visualizzabile sul sito Seiko nella pagina con le loro invenzioni storiche) – era il primo orologio con funzioni da computer!

seiko_uc-2000_ph_1984-01

Per non dimenticare il successivo Seiko Receptor, pubblicizzato un “telefono da messaggi”: in realtà era un cercapersone da polso con funzioni da orologio, ma nello sviluppare quel modello la Seiko capì che gli orologi, se volevano diventare più di semplici orologi, dovevano connetterci alle altre persone.

seiko_receptor_1990

Da allora si sono registrati molti tentativi, di cui solo alcuni verranno probabilmente ricordati nella nostra storia tecnologica, mentre altri sono stati già dimenticati. Tra questi ricordo un esperimento di Microsoft che nel 2004 presentò SPOT

microsoft_spot_2004
foto Reuters

E finalmente arriviamo ai nostri giorni, quando Samsung presentò prima il modello S9110 (era il 2009)

samsung_s9110

e successivamente il Galaxy Gear nel 2013

samsung_galaxy_gear_2013

Ecco, probabilmente il Samsung Galaxy Gear è stato il primo smartwatch dell’era moderna ma, come abbiamo visto, non è nato per caso e tantomeno da un’idea originale. Sono almeno 30 anni che l’industria cerca di imporci gli “orologi intelligenti”.

Dal 2013 ad oggi, come spesso succede in molti i campi, la tecnologia però non si è sviluppata in maniera uniforme, e per questo motivo sono nati 3 tipi di smatwatch che fanno cose simili, ma in maniera molto differente.

  • 1° tipo) Tra questi i più importanti (e più diffusi nel vecchio continente) sono sicuramente quelli che hanno deciso di seguire la strada che Google, ancora una volta, ha provato a tracciare: un sistema operativo scritto appositamente per questo tipo di devices: Android Wear.

Su questo argomento potreste trovare interessante anche l’articolo i Migliori SmartWatch con Android Wear.

Si tratta di una versione alleggerita di Android, all’interno della quale sono state amplificate alcune funzioni e tolta una serie di altre features che poco si sarebbero adattate a display di 1 o 2 pollici e a batterie piccole come quelle degli smartwatch.

  • 2° tipo) A causa di restrizioni varie, accordi commerciali e limiti geografici, una pletora di produttori (per lo più asiatici) ha deciso di produrre smartwatch indipendenti da Android con software proprietari che sarà pur vero che fanno funzionare il prodotto, ma ne bloccano lo sviluppo (basti pensare all’impossibilità di accedere al Play Store, di scaricare le centinaia di app sviluppate da/per Android, o alla mancanza di aggiornamenti tipici dei produttori asiatici anche negli smartphone). Grande vantaggio di questi apparati è il costo quasi sempre irrisorio (generalmente compreso in poche decine di euro e a volte anche meno…) e consentono a chiunque di provare ad indossare uno smartwatch per capire se l’oggetto sia di suo interesse o meno.
  • 3° tipo) Negli ultimi anni si stanno diffondendo anche i devices del terzo tipo: le smartband, che sono una versione ulteriormente alleggerita degli smartwatch e che servono per lo più per monitorare alcune funzioni del corpo (battiti cardiaci, calorie bruciate, ecc…). In realtà questa tipologia di smartwatch è afflitta a sua volta dallo stesso problema delle prime 2: alcuni produttori seguono Android, altri seguono i propri sistemi operativi.

Insomma… una giungla!

Questo è uno dei tanti casi in cui la tecnologia, per semplificarci la vita, mi fa esplodere il mal di testa!!!! E ogni volta che ricevo la domanda “ma quale smartwach vale la pena provare?“, cerco di spiegare come funziona, ma ci rinuncio…

Ecco che, all’interno di questo quadro (molto poco chiaro, lo riconosco) alcuni produttori stanno decidendo di creare una quarta strada: in prima analisi trovo questa cosa insopportabile! Anziché uniformarsi, continuano a moltiplicarsi???? (sembra la parodia della situazione politica italiana…)

Eppure… eppure… uno di questi apparecchi mi contagia! Mi sembra bello, prodotto con materiali nobili che non dovrebbero far pensare alla solita “cinesata” e per altro molto funzionale.

Recensione NO.1 D6 Smartwatch android

DEVO provarlo… Si tratta di NO.1 D6, uno smartwatch che – per primo – decide che lo smartwatch non deve essere solo un “tender” dello smartphone! Uno smartwatch può vivere di vita propria, facendoci proprio dimenticare lo smartphone.

L’idea è potenzialmente interessante ma… come? Per farlo, la ditta cinese NO.1 prende 2 percorsi discretamente innovativi:

  1. il sistema operativo deve avere la dignità che merita e, quindi, non ci sono altre possibilità: Android puro! Già… NO.1 D6 monta una versione pressoché stock di Android Lollipop 5.1. La mia prima considerazione è WOW!!!! Chissà quante cose si possono fare rispetto ad uno smartwatch che fino a questo momento serviva solo per remotare lo smartphone
  2. Serve lo slot per una sim con supporto ai dati: certo un modem 4g costa troppo e potrebbe essere fuori luogo, ma il supporto alla rete 3g è quello che serve! Proprio così: in questo modo NO.1 D6 potrà vivere di vita propria, ricevere dati anche senza smartphone o fonti wifi nei dintorni, ricevere e inviare telefonate. Potrete installare whatsapp o qualunque altra app vi interessi…

Insomma: la guerra agli smartphone “non autosufficienti” è dichiarata.

Per capire se NO1. D6 sancisce realmente una nuova frontiera degli orologi intelligenti, bisogna provarlo!

La casa produttrice tra l’altro ha indetto una campagna di prevendita molto interessante, con prezzo che da bassissimo sale fino al giorno in cui la commercializzazione è stata avviata per attestarsi – tra flash sale e offerte varie che continuano in maniera quasi quotidiana – intorno ai 76 euro.

Prezzo più che onesto per uno smartwatch che promette un sacco.

Lo abbiamo acquistato su Gearbest ad $81 (circa €73) spese di spedizione comprese.

Per chi fosse interessato, rimandiamo alla recensione completa del NO.1 D6.

 

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